1.10.2014

LabVIEW per gli studenti del Politecnico di Tallinn
La società estone DIFI.net è intervenuta con uno speech durante il mio corso di elettronica e comunicazioni. L'argomento era interessante, la trattazione è stata penosa.

L'ho già affermato più volte, ance in questo blog pochi giorni fa: lo sviluppo su vasta scala dei PC anche in ambito industriale ha dato nuove potenzialità a tutti i processi metrologici di prova, con la possibilità di produrre, analizzare, memorizzare ed elaborare grandi quantità di dati. Per avviare un processo di prova su base PC sono necessari alcuni elementi: innanzitutto dei sensori, deputati a raccogliere il singolo dato relativo alla misura che si vuole effettuare. I dati così captati vengono indirizzati a un dispositivo hardware, la scheda di acquisizione dati. 
I dati, ormai digitalizzati, possono a questo punto raggiungere il PC, che, grazie a pacchetti software specializzati, può elaborare ogni tipo di misura.
Ma non solo: con l'avvento della programmazione a oggetti, i dati possono essere velocemente rielaborati secondo logiche e principi matematici diversi, semplicemente selezionando il blocco richiesto nelle librerie software.

LabVIEW, il prodotto software di punta di National Instruments, vede i primi bagliori nel 1984, quando Jeff Kodosky, uno dei tre soci fondatori dell'azienda texana, dà vita all’idea di un innovativo ambiente di sviluppo grafico alla base del concetto di Virtual Instrument. Un concetto che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto rappresentare nel campo della strumentazione scientifica una rivoluzione paragonabile a quella portata da Excel nel mondo della contabilità.

Già nel 1984, Kodosky si trasferisce in un altro stabile al di fuori del quartier generale di NI, per poter dedicare ogni sua energia allo sviluppo del progetto. Di lì a poco viene assunto il primo ingegnere di supporto, interamente dedicato alla progettazione e realizzazione del software. Nel 1986, il primo prototipo di LabVIEW viene presentato al mercato. 
Nato come software per lo sviluppo di applicazioni specifiche per il test e la misura, oggi LabVIEW è utilizzato anche in campo industriale e nella prototipazione.

Il corso “Electronics and Communication Industries” che sto svolgendo presso la Facoltà di Elettronica “J. Seebeck” del Politecnico di Tallinn (TTU - Tallinn University of Technology, Tallinna Tehnikaülikool) ha recentemente ospitato la società DIFI.net che, in un breve seminario, ha cercato di spiegare le caratteristiche principali di LabVIEW e le sue possibilità applicative.
DIFI.net (Diffusion of Infotechnology) è stata fondata nel 2005 come creatore e provider di soluzioni IT. E' membro associato National Instruments dal 2008 e, come tale, è autorizzata a svolgere corsi e seminari sui prodotti dell’azienda di Austin (Texas).

Purtroppo, l'esperienza non è stata entusiasmante (sto usando un eufemismo). Da DIFI.net sono arrivati due pasticcioni, sprovvisti anche delle più semplici dotazioni, come una presa multipla. Ho dovuto abbandonare l'aula alla ricerca dell'agognato cavo, mentre venivano approntate apparecchiature che sembravano più adatte ai bambini che a studenti del Politecnico. Fra una certa ilarità degli studenti sono stati quindi presentati alcuni esperimenti. Qualcuno è riuscito, altri sono falliti.

A parte l'incapacità di intrattenimento dei due tecnici DIFI.net (quando si fanno degli interventi di questo tipo bisogna comunque essere capaci di interessare l'audience), il risultato generale è stato deludente. Interrogati successivamente gli studenti presenti hanno rivelato di avere ricevuto l'impressione che LABView fosse poco più di un giocattolo e che non intendono utilizzarlo per le loro future applicazioni professionali.

Più un danno che un vantaggio. Peccato. Conosco bene LABView per avere diretto per tanti anni la rivista LABView World. LABView non meritava questa figuraccia.

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