Dall’agenzia Comunica con Simonetta mi arriva la notizia di una collaborazione a tre: fornitore di tecnologia, cliente finale prestigioso e scuole. Non conoscevo nei dettagli l’iniziativa, ma a quanto pare si è appena conclusa una prima fase di selezione per il Ferrari World Design Contest, lanciato dalla Casa di Maranello in collaborazione con Autodesk, tra 50 scuole di design internazionali. Una giuria, presieduta da Luca Cordero di Montezemolo, ha scelto sette scuole finaliste (in origine il bando ne prevedeva solo sei), che saranno impegnate nei prossimi mesi a proporre progetti per la Ferrari del futuro. Tra le sette finaliste, due le italiane (lo IED e lo IAAD di Torino), a cui si uniscono il Royal College of Arts di Londra, l’Istituto Europeo di Design di Barcellona, il College Hong-ik di Seoul, il DSK Supinfocom di Pune e il College For Creative Studies di Detroit. Che cosa devono fare questi fortunati studenti? Cercare (immagino con l’aiuto dei loro docenti) di realizzare tre modelli, sia in 3D Autodesk Alias che fisici in scala 1:4 di quella che dovrebbe essere una hypercar basata su tecnologie e materiali di ultima generazione, con un’architettura hyper-leggera, hyper-veloce, hyper-ecologica, hyper-tecnologica e quant’altro. Mica male. Su qualche punto esprimo le mie perplessità (sull’hyper-tecnologia, ad esempio, che mi parrebbe più una questione da ingegneri che da designer). Inutile dire che agli studenti vengono richiesti una particolare cura dei dettagli e lo sviluppo dell'interno della vettura, senza tralasciare gli aspetti funzionali.
Leggo che gli oltre 200 progetti pervenuti nella prima fase (dedicata alla ricerca stilistica) al Centro Stile Ferrari hanno evidenziato una grande attenzione alla riduzione dei consumi con proposte connesse alle propulsioni alternative e focus particolari sull’ibrido. E poi, naturalmente, attenzione al divertimento di guida, mentre “ispirazioni geometriche si alternano a forme sinuose e quasi organiche nelle linee originali disegnate dagli studenti” (sic).
Tutto ciò a che scopo? Prima di tutto, immagino, per sognare e per rendere più interessanti le lezioni. Poi, perché ai primi due classificati saranno offerti uno stage in Ferrari e premi in denaro. In più, Autodesk consegnerà un premio speciale al team che avrà meglio utilizzato il software Alias nella realizzazione del progetto e nel processo di design. I nomi dei vincitori saranno annunciati il 19 luglio. I benefici per Autodesk e per Ferrari sono evidenti e non occorre commentarli.
Comunque vadano le cose, l’iniziativa è molto bella e mi auguro che altre aziende seguano questo esempio: chissà quanti talenti si nascondono nelle pieghe delle scuole – non solo in quelle di design. Complimenti alla Ferrari, che ha ripreso così lo spirito del grande Enzo, e ad Autodesk, che ha messo a disposizione la sua tecnologia. Un ultimo commento: magari, cari fornitori di automazione, elettronica, elettromeccanica, ecc. dovreste spiegare al personale che mandate a presidiare i vostri stand nelle varie fiere di astenersi da commenti tipo “Oggi è andata maluccio. C’erano pochi visitatori ed erano quasi tutti studenti”. Ma allora gli studenti vi interessano o no?
Prossimamente parlerò delle Olimpiadi dell’Automazione, un’altra bella trovata.
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