6.14.2011

Ma siamo in Italia o in Inghilterra?

SPS Italia mi ha dato l'impressione di un evento un po' troppo locale rispetto al Bias, ma potrà sempre crescere fino a una dimensione almeno nazionale. E il Bias, a proposito? Non mi risulta che sia stato dichiarato ufficialmente defunto, tanto più che cercando 'Bias 2012 Milano' si ottengono migliaia di risultati. Nessun risultato proviene dal sito ufficiale di Fiera Milano, ma vengono addirittura indicate delle date. Date che sono quasi coincidenti con quelle dell'annunciata edizione 2012 di SPS. Alcuni casi possibili sono: a) il Bias confluirà in SPS. Non è impossibile, Fiera Milano Editore ha già fatto un ottimo servizio al concorrente (concorrente a mio giudizio, naturalmente) Frankfurt Messe contribuendo alla riuscita dell'edizione 2011 di SPS. b) SPS a Parma era solo uno scherzo, in attesa che Fiera Milano risolva i suoi noti problemi interni, per confluire l'anno prossimo nel Bias di Milano. Non è impossibile, ma i problemi di Fiera Milano mi sembrano un po' troppo impegnativi per potere essere risolti in così breve tempo. c) Il Bias e SPS si svolgeranno entrambi. E' poco probabile, ci vorrebbe un po' più di coraggio da parte di Fiera Milano, prima che il gioellino Bias scompaia nel dimenticatoio, complice anche un'ultima edizione davvero poco brillante. d) Qualcuno acquisterà il Bias e lo rilancerà. Ipotesi intrigante, se consideriamo gli stretti rapporti che si stanno consolidando fra Londra e Milano. Certo, Londra dovrebbe fare per prima cosa piazza pulita e mettere menti nuove a Milano e questo, a mio giudizio, potrebbe essere l'ostacolo più grosso. Ma si sa: volere è potere. Se poi ci sono abbastanza soldi... tutto è possibile.
A proposito di Londra e di quello che potrebbe aspettarci, un commento sull'ultima edizione di Power-Gen Europe, che si è svolta a Fiera Milano City dal 7 al 9 Giugno. Proprietaria e organizzatrice di Power-Gen Europe è l'inglese PennWell, grande casa editrice. Sul sito di preregistrazione viene indicata la fermata MM1 di Amendola come luogo più comodo per avvivare. Non è così: la fermata di Lotto (che non a caso si chiama Lotto-Fiera Milano City) è più vicina, ma il peccato è veniale. All'uscita della metropolitana non c'è neanche un'indicazione. Nessun problema, arrivo lo stesso. Alla reception trovo un ragazzo che parla solo inglese, se lo sono portati da Londra. No problem, ma mi sembra un'ostacolo alla fruibilità della manifestazione da parte dei molti che non hanno dimestichezza con l'idioma della perfida Albione. La cosa più ridicola è che la tastiera dei computer su cui si deve scrivere il proprio nome è una tastiera britannica, quindi priva di lettere accentate e con i tasti disposti come piace a loro. Penso: e uno che si chiama Billé o Mangiò? Procedo e vado in sala stampa. Nessuno mi chiede chi sono, sul badge non risulta la mia professione, entro e mi servo da solo. Tutta la documentazione è in inglese, gli speech sono in inglese, le informazioni bisogna chiederle in inglese. Nulla da obiettare, in teoria: PennWell può fare quello che vuole. Mi sono chiesto però: se facessimo noi una delle nostre fiere a Londra (e già questa è fantascienza) e parlassimo solo in italiano, chi verrebbe? Nessuno o pochi intimi. E se facessimo una delle nostre fiere a Londra in inglese? Lasciamo perdere.

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